
Novembre è il mese migliore per affrontare l’argomento della “danza macabra” ossia il rapporto tra Uomo e Morte.
Le Danze dei Maccabei (Chorea Machabaeorum) nascono come veri e propri balli rituali per ricordare il sacrificio dei 7 fratelli ebrei che secondo la narrazione martirologica per non rinnegare la loro Fede vennero trucidati uno a uno davanti alla madre.
I partecipanti a queste cerimonie si tenevano per mano e uno alla volta professavano la propria Fede; venivano poi allontanati dal gruppo da inquietanti personaggi avvolti in un lenzuolo.
Le “danze dei maccabei”, tramite mutamenti linguistici, sono diventate le “Danse Machabrè”.
Nascevano nel medioevo vere e proprie ballate in cui i vari personaggi intrattenevano un dialogo diretto con la Morte e venivano recitate filastrocche che lasciavano la loro impronta nella memoria collettiva.
Tra le danze popolari troviamo la Farandola o Ronda, danza rituale della Morte presente nelle celebrazioni di Samahin (l’inizio dell’anno per i Celti).
La Farandola risulta essere un ballo antico legato a riti agrari: era (ed è) una danza del labirinto in cui i partecipanti seguono un percorso a forma di serpente o chiocciola mentre ruotano intorno ad un centro o fuoco sacro (troviamo riferimenti a questo tipo di movimento anche nella cultura Minoica del 1400 a.C. nella Signora del labirinto).

Per quanto riguarda la pittura, questo tema nel tardo medioevo diventa la rappresentazione iconografica di una danza tra uomini e scheletri.
Possiamo trovare dipinti di questo tipo in tutta Europa: Italia, Francia, Germania, Svizzera, ecc.
Memento mori, ma anche Eros e Thanatos il mistico ricongiungimento di Amore e Morte.
Queste immagini rappresentavano una dimensione rituale e religiosa che accompagnava il viaggio degli uomini di epoche antiche: Vita e Morte, figure di contadini e nobili insieme, fissità dello scheletro e movimento; i cicli delle stagioni; la Natura, l’Uomo, la Società.
Anche le carte dei Tarocchi con il XIII Arcano e Il Giudizio (ma non solo queste due) fanno parte di questi mondi: labirinti, danze, antichi racconti, ballate, filastrocche e immagini tramandate nel Tempo.
Il Romanticismo tedesco tramite la letteratura ha nuovamente esaltato il senso drammatico della Morte come sofferenza inconsolabile: romanzi, racconti, poesie ma anche musica.
Ai nostri tempi, Fabrizio De Andrè ne cantava in “Tutti morimmo a stento” e il menestrello Angelo Branduardi creava “Ballo in Fa diesis minore” proprio sul tema delle danze macabre.
Per quanto riguarda la cinematografia, troviamo nel 1929 la “Danza Macabra” con “The Skeleton Dance” di Walt Disney (trovi il video su YouTube)

Chiaramente, non possiamo dimenticare il film “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman (1957) in cui i protagonisti nella scena finale danzano con la Morte.
E se segui le attuali serie Tv, ti accorgi di come questo Tema venga affrontato con sempre più frequenza, evidentemente come bisogno collettivo di esorcizzare qualcosa che fortemente temiamo e che come società non siamo più in grado di elaborare.
(Fonti: foto da Canva, immagini e lettura di diversi siti web; riferimenti a studi storici, conoscenze e rielaborazioni personali)