SPOILER!
(08/07/2018)
Centro Olistico
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(08/07/2018)
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Fin da piccola sono sempre stata affascinata da film che parlavano di re-incarnazione, viaggi nel tempo, fantascienza, alieni.
Poi sono nati l’interesse per la pranoterapia e lo yoga.
Avevo anche notato in alcuni film inquadrature di persone che nei parchi facevano strani movimenti armoniosi e coordinati.
Per motivi peculiari che spesso accadono nella mia Vita, nel lontano 1997 una cara amica mi propose di partecipare ad un seminario residenziale di Leadership situazionale in Veneto.
Non sapevo neanche cosa significasse…mi sono fidata di lei e sono partita con persone che nemmeno conoscevo. Unica donna con quattro uomini e due formatori. [Leggi di più…] infoLa Palla di Energia e il Qi Gong
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Quando molti anni fa ho iniziato a praticare il Tai chi, ho incontrato delle persone che ancora frequento.
Ci siamo conosciuti prima di aprire i Centri olistici Il velo di Maya.
Erano gli anni in cui Claudio ed io stavamo iniziando a conoscere il Tai Chi Chuan. Sono stati per me anni epici. Anime che si sono ri-trovate e ri-conosciute. [Leggi di più…] infoLa Famiglia di Tai Chi
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Sul sito Il velo di Maya trovi spesso questa frase: la nostra filosofia è Vivere il Tai Chi.
Dopo anni di esperienza vissuta con le persone che sono entrate in contatto con Sabrina e Claudio, e sono davvero tante, qualche domanda sul nostro ruolo abbiamo dovuto per forza farcela.
Quante storie abbiamo ascoltato di Vita vissuta e di sogni che potevano diventare Vita ma non lo sono diventati. [Leggi di più…] infoPensieri: Vivere il Tai Chi
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Bene! Nuovo sito, Facebook, Instagram: ora siamo anche diventati social…e Sabrina, cioè chi scrive, che fino a novembre 2017 social non era, ora lo è…
Facciamo dunque il riassunto di questi 15 (quindici????) anni di attività olistica.
Claudio ed io ci siamo diplomati in discipline olistiche, lui ha un diploma di Operatore Shiatsu ed io di Operatore Tuina. Abbiamo frequentato diversi seminari studio all’estero, il più importante in Ospedale in Vietnam a Ho Chi Minh City. [Leggi di più…] infoChi siamo-Reloaded
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Sotto l’Albero di Natale quest’anno è spuntato un pacchettino con due libri già presenti in casa: già, libri mai letti o letti troppi anni fa. Un regalo inaspettato e gradito.
E’ cosi che è finito di nuovo tra le mie mani e i miei occhi “In nome della madre” di Erri De Luca ed. Feltrinelli.
Un meraviglioso e delicato libricino da leggere in un’ora, in solitudine, gustandosi la profonda energia di questi giorni dopo il 25 dicembre, non a caso considerati i 12 Giorni Santi.
Il libro racconta la storia della gravidanza di Miriàm/Maria che da ragazzina adolescente si ritrova giovane donna in attesa di un figlio.
Leggiamo il racconto attraverso la sua voce, potendo così cogliere il suo stupore per l’evento accaduto, la sua totale devozione a Dio, l’amore sincero che nutre nei confronti del suo Iosef/Giuseppe “bello e compatto da baciarsi le dita”, fidanzato ma non ancora sposo.
Riusciamo a immedesimarci con questa ragazza che spiega al suo compagno di aspettare in figlio senza aver conosciuto uomo; spiegazione che arriva con parole innocenti e piene del coraggio della verità. Percepiamo l’amore di Iosef per la sua donna, lo smarrimento provato e il suo rispetto delle Leggi.
Vediamo questo uomo che prende esempio e coraggio da lei, che decide di sposare la sua donna nel periodo già stabilito e si schiera contro la comunità del villaggio nonostante la disapprovazione di chi gli sta intorno.
Riusciamo a cogliere la purezza e la dolcezza di Miriàm che sente una Vita crescere dentro di lei, che gode di ogni momento della sua gravidanza, della luce del sole, degli odori e dei profumi della sua terra, nonostante le cattiverie e i gesti sprezzanti delle altre donne.
Miriàm che sposa il suo compagno e che unisce la sua vita a lui per diventare famiglia, per accogliere questo figlio di Dio che si chiamerà Ieshu come ha suggerito l’Angelo in sogno a Giuseppe.
Comprendiamo attraverso le parole di Miriàm come tutto è già scritto, come lo spostamento per il censimento a Bet Léhem, la casa di pane, non capiti per caso, ma come il piccolo debba nascere lontano da gente malevola.
Ascoltiamo come il parto avvenga in una stalla, in solitudine, come questa coraggiosa ragazza diventi donna e madre con la nascita del piccolo che non piange, che è diverso dagli altri bambini.
E viviamo il momento in cui questa madre “Berukhà att’miccòl hannashìm” – benedetta tu più di tutte le donne – orgogliosa di aver portato dentro dentro di sè il figlio di Dio, diventi all’improvviso solo una madre che desidera tenere con sè il figlio; che percepisce con tristezza e vuoto il momento della separazione dei loro corpi alla nascita del bambino; che prega Dio di dimenticare il suo progetto su di Lui, di considerarlo un bambino qualunque, di distogliere la sguardo da lui e lasciarlo alla madre.
E’ il racconto di un amore viscerale di un uomo verso la sua donna e la famiglia e di un legame unico che si instaura tra madre e figlio.
Una emozione che risuona in ogni padre e madre.
Un grande piccolo dono, ricevuto anni fa a Natale da un maestro di una scuola elementare Waldorf.
sabrina
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Dopo anni di inesistenti (!) uscite serali di coppia, finalmente il maestro di Tai chi mi ha invitata ad una serata galante; ci siamo quindi presi qualche ora romantica per noi…E dove potevamo andare? Allo spettacolo dei Kodò a Teatro, ovviamente!
I kodò sono un gruppo di percussionisti giapponesi che da trent’anni porta il proprio spettacolo nei teatri di tutto il mondo diffondendo un messaggio di unità tra i popoli.
Atmosfera decisamente orientale (tè e pasticcino giapponese all’ingresso) profumi e sapori che mi mancavano da tanto tempo. Appena entrati a teatro vediamo disposti sul palco tamburi di diverse dimensioni, il più grande pesa 900 chili ed è posizionato su una grande struttura giapponese in legno che completa la scenografia. Da subito la sensazione è di elegante e armoniosa semplicità.
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Durante il nostro periodo di attività circense (nel senso che ci spostavamo da una parte all’altra dell’Italia portando con noi arredi e attrezzature per i trattamenti) ho affinato le mie conoscenze di Feng Shui.
Ogni volta dovevo trovare il modo di arredare le stanze in cui lavorare usando i mobili in dotazione e le attrezzature che portavamo noi. E rendere piacevole e caldo un ambiente non è semplicissimo…
Il Feng Shui è una disciplina molto antica i cui termini significano vento (feng) e acqua (shui) in riferimento ai due elementi della natura che plasmano la Terra. [Leggi di più…] infoL’Arte dello spostar mobili